Suillus collinitus
Cosa c'è da sapere
Il Suillus Сollinitus si trova sotto i pini ed è più comunemente diffuso nei paesi dell'Europa meridionale, in particolare dove i grandi pini forniscono ombra in terreni sabbiosi altrimenti asciutti. Questo boleto commestibile è spesso presente in grandi gruppi.
Diversi autori ritengono che il Suillus collinitus sia commestibile, con un odore aspro e un sapore non caratteristico. È consigliabile, come per tutte le specie di Suillus, raccogliere solo esemplari giovani e staccare la cuticola prima della preparazione.
Altri nomi: Boleto giallo senza anelli.
Identificazione del fungo
Pileo (cappello)
Convesso che diventa piatto con l'età, liscio e appiccicoso, di colore variabile da arancio-marrone a rosso-marrone a marrone, di forma da arrotondata a irregolare con un diametro fino a 100 mm.
Gambo
Giallo pallido con caratteristiche macchie rosso-brune, corto e carnoso, dritto che si ispessisce leggermente verso la base, con micelio rosa.
Pori
Gialli senza variazioni di colore alla contusione o al taglio, angolosi, attaccati al gambo.
Stampa delle spore
Marrone pallido.
Carne
Colore giallo senza variazioni di colore al taglio o alle contusioni.
Test di colore
Solfato di ferro - Colore blu tenue sul cappello
Ammoniaca - Grigio blu (cappello e gambo), marrone (pori)
KOH - Grigio blu (cappello, più chiaro sul gambo), marrone (pori)
Microscopia
Spore fusiformi, lisce, 8.3-10.2µm x 3.9-4.7µm, Q=1.89-2.32, Qm=2.10
Specie simili
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Presenta gocce lattiginose sotto i giovani cappelli e micelio bianco (anziché rosa) alla base.
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È simile nell'aspetto generale e nell'habitat preferito, ma ha un grande anello bianco sul gambo.
Proprietà medicinali
Il fungo contiene diversi tocoferoli, una classe di composti chimici noti collettivamente come vitamina E, che conferiscono attività antiossidante. Contengono anche diversi acidi organici, soprattutto le coppie di acidi malico e chinico, e gli acidi citrico e chetoglutarico, che costituiscono rispettivamente il 42% e il 30% degli acidi organici totali. La composizione e la concentrazione degli acidi organici nei funghi sono fattori importanti per influenzare il loro sapore; alcuni acidi organici contribuiscono all'attività antiossidante.
Tassonomia ed etimologia
Quando nel 1838 Elias Magnus Fries descrisse questa specie, la chiamò Boletus collinitus, e fu trasferita al suo attuale genere Suillus nel 1898 dal botanico tedesco Otto Kuntze (1843 - 1907). Altri sinonimi di questa specie sono Boletus collinitus Fr., e Suillus fluryi Huijsman.
Nel 1969 il micologo olandese H.S.C. Huijsman ha descritto la varietà S. collinitus var. aureus (come S. fluryi var. aureus; S. fluryi è un sinonimo di S. collinitus) sulla base di una collezione proveniente dalla Svizzera. La varietà velatipes è stata descritta nel 1998 da Giampaolo Simonini e colleghi a partire da collezioni italiane.
Un'analisi molecolare del 1996 di 38 diverse specie di Suillus ha utilizzato le sequenze dei loro spaziatori trascritti interni per dedurre relazioni filogenetiche e chiarire la tassonomia del genere. I risultati hanno indicato che S. collinitus è più strettamente imparentato con un esemplare di S. granuatus raccolto in Nepal. Secondo gli autori, questo isolato nepalese rappresenta probabilmente una specie distinta dagli isolati nordamericani ed europei, sulla base della morfologia e dell'associazione con l'albero ospite.
Nel 2006, un'analisi filogenetica di isolati di Suillus raccolti in Spagna ha mostrato che S. collinitus era strettamente imparentato con altre specie "tipiche dell'area mediterranea", vale a dire Suillus bellinii, Suillus luteus, e Suillus mediterraneensis.
In una pubblicazione del 1873 il botanico britannico Mordecai Cubitt Cooke chiamò il fungo "boletus giallo senza anello".
L'epiteto specifico collinitus deriva dal latino e significa "spalmato" o "unto", mentre il nome generico Suillus è molto semplice, derivando dal sostantivo latino sus, che significa maiale; Suillus, quindi, significa dei maiali (suini) ed è un riferimento alla natura grassa dei cappelli di quasi tutti i funghi di questo genere.
Fonti:
Foto 1 - Autore: Holger Krisp (CC BY 3.0 Unported)
Foto 2 - Autore: tato grasso (CC BY-SA 3.0 Non riportato)
Foto 3 - Autore: Paffka (CC BY-SA 3.0 Non riportato)
Foto 4 - Autore: vesna maric (kalipso) (CC BY-SA 3.0 Unported)