Macrolepiota mastoidea
Cosa c'è da sapere
La Macrolepiota mastoidea è un fungo di grandi dimensioni con un colore marrone chiaro e un'area marrone più scura vicino alla corona. Il cappello presenta un umbone molto pronunciato e piccole squame che lasciano il bordo scoperto; il gambo è finemente ornato da ciuffi o squame lanose ocra chiaro su uno sfondo biancastro o crema chiaro. Si trova nelle dune costiere in quelle che altrimenti sarebbero aree acide, se non fosse per la presenza di conchiglie rotte che aumentano l'alcalinità del terreno sottile.
Altri nomi: Parasole sottile.
Identificazione dei funghi
Cappello
7-12 (14) cm, inizialmente conico-campanulato, poi campanulato e infine piatto, con umbone pronunciato, a forma di seno; margine inizialmente involuto, poi disteso, sporgente sulle lamelle; la cuticola, di colore ocra, crema-ocra, marrone chiaro, si fessura in piccole squame, inizialmente adese poi sempre più rare, soprattutto al margine, dove lasciano intravedere il colore bianco-crema del fondo, il centro è di colore marrone più o meno scuro.
Lamelle
Lamelle fitte, intercalate da numerose lamellule, distanziate, con colletto, inizialmente bianche poi crema, il filo, dello stesso colore, è intero.
Gambo
8-15 x 1-1,5 cm, slanciato, cilindrico, attenuato in alto, largo alla base che termina con un bulbo, fistoloso, fibrilloso; superficie finemente decorata da chiazze ocra chiaro, quasi dello stesso colore del cappello su sfondo biancastro. Anello membranoso, semplice, la faccia superiore è inizialmente bianca poi brunastra, quella inferiore è biancastra.
Carne
Denso al centro e sottile al margine, morbido, fibroso nel gambo, odore quasi nullo, sapore mite.
Habitat
Cresce in estate e in autunno, nelle radure dei boschi di latifoglie.
Specie simili
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Più grande e con un disegno a forma di pelle di serpente sul gambo.
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Ha squame riflesse e un gambo liscio; la sua carne si arrossa quando viene tagliata o contusa.
Macrolepiota affinis
Presenta una fine decorazione sul cappello e sul gambo formata da piccole squame dello stesso colore, nelle ife della pileipellis è presente un pigmento vacuolare associato a uno membranario.
Tassonomia ed etimologia
Il basionimo di questo fungo risale al 1821, quando Elias Magnus Fries lo incluse nel suo Systema Mycologia, chiamandolo Agaricus mastoideus.
In precedenza, nel 1801, il botanico danese Heinrich Christian Friedrich Schumacher (1757 - 1830) aveva illustrato questo fungo, chiamandolo Agaricus umbonatus.
L'epiteto specifico mastoidea non è probabilmente un riferimento alla prominenza ossea (mastoide) situata dietro l'orecchio umano, ma piuttosto si basa sul prefisso masto- che significa qualcosa che ha a che fare con i seni e i capezzoli di una donna.
Sinonimi
Agaricus mastoideus Fr. (1821)
Agaricus umbonatus Schumach. (1803)
Lepiota excoriata subsp. mastoidea (Fr.) Quél. (1888)
Lepiota mastoidea (Fr.) P. Kumm. (1871)
Lepiota mastoidea (Fr.) P. Kumm. (1871) var. mastoidea
Lepiota pitereka Grgur. (1997)
Lepiota rickenii Velen. (1939)
Lepiota umbonata Cleland (1931)
Lepiota umbonata J. Schröt. (1889)
Lepiotophyllum mastoideum (Fr.) Locq. (1942)
Leucocoprinus mastoideus (Fr.) Singer (1939)
Macrolepiota mastoidea var. rickenii (Velen.) Gminder (2003)
Macrolepiota rickenii
Fonti:
Foto 1 - Autore: Jerzy Opioła (CC BY-SA 4.0 Internazionale)
Foto 2 - Autore: Lucille Schmitz (CC BY 4.0 Internazionale)
Foto 3 - Autore: agujaceratopo (CC BY-SA 4.0 Internazionale)
Foto 4 - Autore: Michel Langeveld (CC BY-SA 4.0 Internazionale)